IL TERRITORIO
San Giovanni Lipioni (CH) è un grazioso paese collinare posto a 545 m s.l.m. e sito nel cuore della valle del fiume Trigno, confine naturale tra Abruzzo e Molise. Con una superficie pari a 8,82 km² e grazie alla relativa distanza dal mare (40 km), San Giovanni si contraddistingue per il clima mite e l’aria salubre.
Il contesto mediterraneo in cui è inserito il paese è un vero e proprio scrigno di biodiversità, protetto dall'Ue con l'istituzione dei siti Natura 2000 del Fiume Trigno e dei Monti Frentani, e rappresenta l’habitat ideale per specie rare sia di piante (come alcune orchidee e il Lino delle Fate Frentano, a rischio estinzione) che di animali (su tutti nibbio reale, ghiandaia marina e cerambice della quercia). San Giovanni Lipioni, inoltre, rientra nell'IBA (Important Bird Area) "Maiella, Monti Pizzi e Monti Frentani", una delle più importanti di tutto l'Abruzzo.
Il territorio circostante presenta numerose formazioni calcaree ed è caratterizzato da una fitta rete di sentieri, mulattiere e tratturi, utilizzati originariamente per le attività agricole e silvo-pastorali e per raggiungere i paesi vicini. Attraversandoli è possibile ammirare la monumentale
Quercia del Lozzi, pianta esemplare annoverata tra "i grandi alberi d'Abruzzo".
LA STORIA
Nonostante le origini incerte, sappiamo che il territorio di San Giovanni Lipioni era abitato già in epoca antica grazie ad alcuni ritrovamenti risalenti al periodo sannita, come quattro tombe "alla cappuccina" con la caratteristica copertura a tegoloni (II-I sec. a.C.) e la c.d. "testa di Gavio Ponzio" (III sec. a.C.), notevole esempio di scultura italica, oggi custodita a Parigi, presso la Biblioteca Nazionale di Francia.
La parte più antica del centro abitato in origine era un borgo fortificato sorto in età medievale (forse XIII-XIV sec.), il cui impianto urbanistico "a pettine bifrontale" è tutt'oggi ben conservato. Ai suoi piedi, nel XIX sec., si è poi esteso il paese in direzione dell'attuale Piazza Largo del Popolo.
Tra gli edifici di maggior pregio architettonico c'è senz'altro da annoverare la
Chiesa di S. Maria delle Grazie (XVI sec.), di aspetto settecentesco e posizionata sul punto più alto del paese,
Palazzo Lozzi (XVI sec.),
Palazzo Rossi (XVII sec.), la
Cappella di Santa Liberata (XII-XIII sec.) e l'edificio razionalista dell'ex
Chiesa Valdese (XX sec.). Su richiesta, inoltre, sono visitabili la bottega del fabbro Ermindo Rossi, la collezione etnografica di Franco Monaco e la biblioteca di storia locale.
LE TRADIZIONI
La festa del Majo, che si tiene il 1 maggio, è un antico rito collettivo con cui un tempo si metteva in scena l’augurio di buon raccolto. Un corteo, accompagnato da una formazione musicale, porta per le vie del paese il c.d. "Majo": una croce decorata con ghirlande di ciclamini, raccolti il giorno prima nei boschi limitrofi.
La mattina della festa si tiene la parte più “sacra” della celebrazione, legata ai culti di Santa Liberata e Santa Gaudiosa, le cui statue sono portate in processione presso la cappella rurale di Santa Liberata, poco fuori dal paese, dove restano fino al mese di ottobre. Nel pomeriggio, invece, si tiene la parte più “profana” della festa: il corteo per il tradizionale augurio alle famiglie, che parte dalla Chiesa del paese.
La
Spallata
è, invece, un'antica danza matrimoniale, legata anch'essa a riti propiziatori e caratterizzata da "colpi" dati con fianchi e spalle mentre si sta con un piede a terra. Ballata nel Sannio e in alcune zone della Basilicata settentrionale, a
San Giovanni Lipioni è preceduta da una quadriglia e vede coinvolti dai 4 ai 12 ballerini. Ampiamente documentata nelle fonti letterarie del XIX sec., sappiamo, però, che la Spallata era ballata già agli inizi del XVII sec.